La settimana scorsa abbiamo iniziato a parlare degli edulcoranti analizzando in dettaglio le loro caratteristiche ed i loro utilizzi. L’ultima sezione è stata interamente dedicata alle domande che mi vengono poste di frequente dalle persone.

Una questione è stata lasciata irrisolta. Molti si avvicinano ai dolcificanti perché convinti che, siccome sono ad impatto calorico ridotto o addirittura nullo, possano essere dei coadiuvanti all’interno di un percorso di dimagrimento. In questo articolo cercherò di spiegarti, invece, che molto spesso il risultato è l’esatto opposto.

Perché sempre più articoli scientifici correlano il consumo degli edulcoranti con l’aumento di peso?

La risposta non è affatto scontata, in quanto queste molecole interagiscono a più livelli.

Drogati da edulcoranti

Un primo meccanismo responsabile del fenomeno dell’ingrassamento è proprio legato alla quasi totale assenza di calorie. E’ pazzesco, ma in realtà è proprio il sapore dolce associato all’impatto calorico nullo a mandare in tilt il nostro organismo.

Il gusto dolce, infatti, innesca esattamente gli stessi meccanismi che si attivano quando mettiamo in bocca una zolletta di zucchero. Ancor prima di mettere in bocca l’alimento, il cervello percepisce la presenza del dolce e determina la sintesi di insulina, l’ormone che riporta la glicemia ai livelli normali.

Il nostro corpo però non è in grado di distinguere la zolletta di zucchero dalla saccarina. Per lui si tratta sempre di qualcosa di dolce e, quindi, si verificherà comunque un’enorme produzione di insulina.

Il problema è che in questo caso, non c’è alcuna glicemia da ricondurre all’interno di un certo range di normalità.

Risultato: forte ipoglicemia con aumento dell’appetito.

L’impatto calorico nullo, poi, è un controsenso per l’organismo che normalmente associa il sapore dolce a qualcosa di densamente energetico.

Ecco che, quindi, la persona che assume grosse quantità di edulcoranti, si troverà ad avere un aumento del senso della fame e, nel pasto successivo, cercherà inconsciamente qualcosa di reale che le consenta di raggiungere il fabbisogno energetico ricreando il sapore dolce.

Ovviamente non ci fermiamo qui. Esattamente come accade con eroina, cocaina o zucchero si diventa drogati da edulcoranti. Eh si perché il gusto dolce crea una vera e propria dipendenza, che porta il malcapitato a cercare continuamente qualcosa dal sapore dolce, facendolo piombare in un vortice da cui diventa difficile uscire.

Risultato: forte ipoglicemia, aumento dell’appetito e ricerca costante di alimenti dolci.

Edulcoranti e meccanismo di compensazione

Un altro motivo per cui sconsiglio vivamente l’utilizzo di dolcificanti all’interno di una dieta è legato al concetto di porzione.

Tutti stiamo attenti a non esagerare quando mangiamo della torta perché sappiamo benissimo che è ricca di zuccheri e grassi. Questo stato di allerta può però venir meno se il nostro cervello capisce che quelli che lui interpretava come zuccheri e, quindi, fortemente calorici, sono in realtà ad impatto calorico nullo.

Si è tentati, perciò, a compensare la mancanza di calorie con l’ introduzione di porzioni molto più grandi del normale di questi alimenti. E’ un po’come se il nostro cervello inconsciamente recepisca questi prodotti come più salutari per noi, quindi non è così fiscale sulle quantità ingerite.

Risultato: forte ipoglicemia, aumento dell’appetito e ricerca costante di alimenti dolci, mancato rispetto delle porzioni con conseguente aumento di peso.

Edulcoranti e flora batterica intestinale

Ormai è stato ampiamente dimostrato il ruolo attivo della flora batterica nel controllo di numerosissime funzioni metaboliche.

Non c’è quindi da stupirsi se l’aumento di peso sembri essere collegato anche alla capacità degli edulcoranti di interagire con il microbiota, ovvero con il complesso di microrganismi che risiedono nel nostro intestino.

Più del 90% del nostro microbiota appartiene a due gruppi principali, i Bacteroides ed i Firmicutes. 

Batteri, dieta, dolcificanti - www.alimentazione-su-misura.com
Microbiota intestinale

Diversi studi scientifici hanno evidenziato come soggetti che contengono un maggior numero di Firmicutes tendano ad ingrassare molto più di quelli che, invece,presentano un numero più alto di Bacteroides e questo perché i primi consentono di sintetizzare enzimi che garantiscono di ricavare un maggior quantitativo energetico dagli alimenti (ad esempio glucosio dalle verdure, che normalmente non viene estratto).

Quindi, visto che gli edulcoranti riescono a modificare l’equilibrio tra questi due gruppi di batteri, privilegiando i Firmicutes, ecco spiegato un altro motivo per cui consumando i dolcificanti c’è la tendenza ad ingrassare.

Risultato: forte ipoglicemia, aumento dell’appetito e ricerca costante di alimenti dolci, mancato rispetto delle porzioni, disbiosi intestinale con conseguente aumento di peso.

Come si fa a riconoscere la presenza di edulcoranti?

Semplice, basta leggere le etichette. Al di là dei prodotti del tutto naturali, come lo sciroppo d’agave, il miele o lo sciroppo d’acero, gli altri possono essere indicati sulla scatola del prodotto che acquisti con una lettera E seguita da un numero che indica lo specifico additivo utilizzato (per i dolcificanti da E950 e E969, più E420 ed E421).

Nella tabella seguente trovi tutti gli edulcoranti principali con a fianco la loro sigla identificativa:

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Principali edulcoranti con relativa sigla

Conclusioni

Invece di tempestarci con campagne pubblicitarie di bevande “light” dolcificate con stevia o simili, bisognerebbe che la comunità si interessasse di più ai problemi che l’aggiunta di questi additivi può creare alla salute.

Infatti, come abbiamo visto, non si tratta poi di sostanze del tutto innocue, anzi talvolta il danno che possono creare è peggiore rispetto a quello del normale saccarosio.

Naturalmente non sto dicendo che da domani tu non possa più prepararti la torta con la stevia, perché se usati con parsimonia questi prodotti non creano nessun problema.

La parola d’ordine è però ancora una volta MODERAZIONE e BUON SENSO: se sei dipendente dallo zucchero da cucina e l’utilizzo dei dolcificanti può aiutarti a disassuefarti piano piano, allora usali. Certo è che prima riuscirai a farne a meno, meglio è.

Abituati a riscoprire i sapori veri del cibo, i sapori di una volta, non quelli farsati dall’industria che vuole o tutto zuccherato o tutto sapido. 

Anche il tuo intestino ringrazierà.

 Fonti

Abou-Donia M.B., El-Masry E.M., Abdel-Rahman A.A., McLendon R.E., Schiffman S.S. Splenda alters gut microflora and increases intestinal p-glycoprotein and cytochrome p-450 in male rats (2008) J Toxicol Environ Health, 71(21):1415-29.

Pepino M.H., PHD, Tiemann C.D. , Patterson B.W., Wice B.M., Klein S. Sucralose Affects Glycemic and Hormonal Responses to an Oral Glucose Load (2013). Diabetes Care, 36(9): 2530–2535.

Qing Yang, Gain weight by “going diet?” Artificial sweeteners and the neurobiology of sugar cravings (2010). Yale Journal of biology and medicine 83, 101-108.