La visita
Inizio il mio primo vero articolo, partendo da un caso clinico che mi è capitato poco tempo fa e di cui ho riportato anche la testimonianza qui: una giovane donna che, come spesso accade, si rivolge a me per una mera perdita di peso, ma che in realtà in sede di visita, nasconde ben altri problemi. Infatti, parlando con lei scopro che da qualche anno è passata da un regime alimentare tradizionale ad uno vegetariano e che da tempo ormai soffre di mal di testa ricorrenti.
Questo fatto, apparentemente insignificante, mi ha fatto scattare un campanello di allarme ed ho iniziato a valutare con attenzione tutte le possibili motivazioni che avrebbero potuto portare ad una cefalea costante.
Una cosa, però, mi aveva stupito fin dal’inizio: il fatto che lei avesse iniziato a soffrire di questi episodi proprio da quando aveva cambiato alimentazione.
Improvvisamente mi è venuto il lampo di genio e così le ho chiesto di recarsi dal medico per fare dei dosaggi specifici (in particolare per la valutazione dei folati, della vitamina B12 e dell’omocisteina).
Sai qual è stato il risultato?
Omocisteina estremamente elevata, folati bassissimi e vitamina B12 al limite della normalità. Ecco spiegato l’arcano di quei continui mal di testa.
Che cos’è l’omocisteina e perché é collegata ai folati ed alla vitamina B12
L’omocisteina è un prodotto di scarto del metabolismo di un aminoacido essenziale, la metionina, che normalmente viene introdotta con la dieta.
La sua concentrazione viene finemente regolata in modo tale da rimanere all’interno del range fisiologico pari a 5-12 µmol/L.
Affinché questo accada, è necessaria la contemporanea presenza di tre vitamine: i folati (o vitamina B9), la piridossina (o vitamina B6) e la cianocobalamina (o vitamina B12), come puoi vedere nell’immagine qui sotto.
Qualsiasi deficit di queste vitamine si correla, quindi, ad aumenti di omocisteina plasmatica.
La vitamina B9
I folati (vitamina B9) sono fondamentali per riconvertire l’omocisteina in metionina e sono presenti di norma in grandi quantità nel lievito di birra, nei vegetali a foglia verde, nei legumi, in molti cereali integrali, nella frutta secca, in alcuni tipi di frutta fresca (ne sono un esempio i kiwi, i frutti di bosco, il mango, le arance).
I folati non mancano nemmeno nel mondo animale: ne sono ricchi, infatti, il vitello, il tacchino, il manzo ed il pollo (soprattutto le frattaglie) e le uova. Il latte, invece, ne contiene quantità modeste, a meno che non sia stato preventivamene fortificato con tale vitamina.
Il fabbisogno giornaliero di folati è pari in un adulto a 400 µg/die , facilmente raggiungibile con una dieta variegata.
Oltre agli alti livelli di omocisteina, che possono abbattere i livelli di vitamina B9 nel tentativo di ridurre la concentrazione del metabolita tossico, bisogna sottolineare, anche che la vitamina B9 è idrosolubile ed è anche termolabile, per cui viene persa con l’acqua di cottura e con trattamenti termici troppo prolungati.
Questo può essere uno dei motivi per cui una persona vegetariana/vegana, nonostante mangi grosse quantità di alimenti vegetali, possa comunque trovarsi in uno stato di carenza.
La vitamina B6
La piridossina (vitamina B6), invece, tra le altre mille funzioni, è fondamentale per convertire l’omocisteina in cistationina che poi verrà a sua volta trasformata in cisteina.
Gli alimenti più ricchi di vitamina B6 sono i cereali integrali e le farine integrali (in particolare la crusca ed il riso soffiato), i legumi (soprattutto le lenticchie secche), la frutta secca, le patate, le banane, il porro, le castagne e nel mondo animale il tacchino, il prosciutto cotto e la bresaola, il manzo, il vitello, il pollo.
Il fabbisogno di vitamina B6 è pari in un adulto a 1,3 mg/die, anche questo facilmente raggiungibile da una dieta variegata. Tuttavia, essendo anch’essa termolabile e idrosolubile può essere persa facilmente durante le normali operazioni di cottura.
La vitamina B12
La cianocobalamina (vitamina B12) svolge numerose funzioni nel nostro organismo, che verranno trattate in un articolo dedicato. Oggi ci soffermiamo sul suo ruolo di cofattore (come la vitamina B9) per la conversione dell’omocisteina in metionina.
Nonostante il fabbisogno di vitamina B12 nell’adulto sia il più basso in assoluto tra le vitamine (2,4 µg/die), la sua carenza è piuttosto diffusa. Essa viene prodotta, infatti, in natura solo da batteri, funghi ed alghe per cui gli animali erbivori, che si cibano di piante contaminate con tali microorganismi, o carnivori che si cibano di animali erbivori, la incamerano.
Si può quindi facilmente intuire come le fonti da cui si può ricavare la cianocobalamina siano quasi esclusivamente di origine animale: ne sono ricchissime, infatti, tutte le frattaglie, le vongole, le ostriche ed i molluschi, il pesce conservato, il pesce azzurro, i crostacei, la trota, il coniglio. La troviamo anche nei formaggi (soprattutto il parmigiano), nelle uova (nel tuorlo in particolare) e un po’ in tutti i tipi di carne e di pesce. Il latte, invece, e lo yogurt ne contengono quantità piuttosto basse.
Per quanto riguarda le fonti vegetali, si possono ricordare gli alimenti fermentati come il tempeh, i lieviti oppure le alghe, tuttavia in quantità assolutamente insufficiente a soddisfare il seppur minimo fabbisogno giornaliero.
Ecco perché consiglio sempre un’adeguata integrazione a chi decide di diventare vegetariano o vegano. In commercio esistono numerosi alimenti fortificati e dei veri e propri integratori adatti alle esigenze di queste persone, se ne raccomanda pertanto l’utilizzo fin da subito.
Lunedi’ continueremo a parlare nel dettaglio dell’iperomocisteinemia.
Nel frattempo se hai qualche dubbio o curiosità, scrivimi.