Siccome in internet sull’argomento il caos regna sovrano, ho deciso di scrivere un articolo dedicato alle diete a basso tenore di carboidrati, ai loro meccanismi d’azione, benefici e rischi.

Diete low-carb vs diete chetogeniche

Il termine dieta low-carb sta ad indicare un regime dietetico a ridotto tenore di carboidrati, rispetto alle classiche percentuali presenti nella dieta mediterranea (dove tipicamente i glucidi raggiungono il 55-60%) e la loro progressiva sostituzione con i grassi (dieta high fat) o con le proteine (dieta high protein), senza necessariamente instaurare uno stato di chetosi.

La dieta chetogenica, invece, come dice il nome, prevede una riduzione quasi totale dei carboidrati (meno di 50 g/die) tale da indurre uno stato di chetosi.

Ok aspetta, io non ci ho capito niente: cosa vuol dire chetosi?

Il nostro organismo proprio come una qualsiasi macchina, ha bisogno di una fonte energetica per svolgere le sue funzioni. Tale fonte è rappresentata dai carboidrati, in particolare dal glucosio. Il digiuno o diete con un bassissimo tenore di zuccheri costringono l’organismo a cercare una fonte energetica alternativa, i chetoni appunto.

Tutto questo richiede TEMPO ecco perché in ogni dieta chetogenica è presente una prima fase di adattamento, detta fase di induzione. E’un po’come se noi volessimo paragonare la luce emessa da una classica lampadina ad una a risparmio energetico. E’ovvio che la prima ci darà tanta luce e subito, mentre per l’altra dovrò attendere un pochino per avere più o meno lo stesso risultato.

Il trucco: il digiuno senza digiuno

Per il nostro organismo trovarsi davanti il piatto vuoto oppure della carne/pesce/uova con della verdura fibrosa, equivale a DIGIUNARE.

Di conseguenza vengono messi in atto gli stessi adattamenti metabolici tipici del digiuno, ovvero per potersi accaparrare una fonte energetica alternativa dapprima vengono usate le proteine che vengono convertite in glucosio. Passato il periodo di adattamento, però, le proteine vengono risparmiate da questo processo e si comincia ad utilizzare i chetoni, derivanti dai grassi e si inizia così a perdere massa grassa.

Chetogenica, piatto vuoto - alimentazionesumisura.com

Carne e verdura - alimentazionesumisura.com
Piatto vuoto o carne con verdura per il nostro organismo equivalgono a mettere in atto gli stessi meccanismi

Vantaggi della dieta chetogenica

La dieta chetogenica consente di perdere rapidamente peso. Questa riduzione si ottiene grazie a:

  1. SHIFT METABOLICO: l’eliminazione dei carboidrati fa sì che si utilizzino dapprima le proteine come fonte energetica e questo aumenta la dispersione di energia sottoforma di calore. Passato il periodo di adattamento, vengono utilizzati i chetoni che derivano dai grassi, quindi aumenta la lipolisi;
  2. AUMENTO DEL SENSO DI SAZIETA’: viene prodotta minor grelina, l’ormone della fame e maggiore colecistochinina, l’ormone della sazietà per cui il soggetto è meno propenso a buttarsi sul cibo;
  3. MAGGIOR COMPLIANCE: passato il periodo di adattamento, il soggetto si sente euforico e, quindi è più portato a seguire la dieta perché si sente bene.

Utilizzi della chetogenica

Al di là della mera perdita di peso, la chetogenica viene utilizzata in clinica per molti altri motivi:

  1. EPILESSIA: il motivo per cui è nata questa dieta è proprio l’epilessia farmaco-resistente, soprattutto infantile. Un regime dietetico di questo tipo, infatti, è in grado di influenzare l’attività dei neurotrasmettitori e di ridurre l’eccitabilità neuronale;
  2. MALATTIE METABOLICHE: in condizioni controllate, la perdita di peso che si associa alla chetogenica, consente di ridurre il colesterolo LDL e di aumentare la sensibilità insulinica;
  3. TUMORI: ci sono evidenze sperimentali sempre più importanti che sottolineano come una dieta di questo tipo possa essere utilizzata prima della chemioterapia, per ridurre la proliferazione delle cellule tumorali. Di questo comunque parleremo in un articolo dedicato;
  4. PCOS (sindrome dell’ovaio policistico): l’aumento della sensibilità insulinica, accompagnato alla riduzione dei livelli del fattore di crescita IGF-1 sono responsabili dei benefici che si ottengono con questo tipo di regime dietetico in questa patologia;
  5. ACNE: la riduzione del fattore di crescita IGF-1 a livello della pelle è correlata ad un miglioramento di questa condizione.

Voci metropolitane

Si sente spesso dire che la dieta chetogenica provochi DANNI RENALI. In realtà nessuno studio scientifico ha mai dimostrato l’esistenza di tali problemi se non in persone che già manifestavano tali lesioni.

Si parla spesso anche di CHETOACIDOSI, una condizione clinica potenzialmente letale associata ad una pericolosa riduzione del pH plasmatico a seguito dell’accumulo dei chetoni nel sangue. NON è possibile raggiungere una simile condizione clinica in soggetti che fanno la chetogenica a meno che non abbiano un diabete scompensato. Se veramente ci fosse questo reale pericolo, prima della scoperta dell’agricoltura i nostri antenati che mangiavano un giorno si e poi più niente per 3-4 giorni sarebbero tutti morti di chetoacidosi.

Altra cosa che si sente dire spesso è che siano DIETE IPERPROTEICHE o IPERLIPIDICHE. Come mi piace sempre dire, bisogna CONTESTUALIZZARE: la chetogenica può essere iperlipidica (rispetto alla classica mediterranea), ma non sempre. Il digiuno, ad esempio è una forma di dieta chetogenica, ma di certo non la possiamo chiamare dieta iperlipidica perché non mangiamo niente.

Anche per quanto riguarda le proteine è necessario valutare la situazione: i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia) prevedono un apporto di proteine di calcolato sul peso osservato mentre nei classici protocolli della chetogenica il calcolo viene fatto per kg di peso ideale. Questo significa che se ho una persona di 130 kg ma che dovrebbe pesarne 70, i LARN prevedono di fare il conto sui 130 kg, la chetogenica sui 70 per cui potremmo ritrovarci paradossalmente ad avere meno proteine nella seconda rispetto alla prima.

Nell’immaginario comune, inoltre, chi fa la chetogenica mangia solo uova fritte, bacon, wurstel e un po’di verdura, ma NON è così.

In realtà è possibile fare una chetogenica mediterranea o persino vegana, basta un po’di attenzione a ciò che si mangia e privilegiare le fonti ricche di omega 3 nel primo caso, mentre nel secondo quelle ricche in proteine e povere di carboidrati.

Guarda qui…

Dieta chetogenica mediterranea e vegana - www.alimentazionesumisura.com
Dieta chetogenica mediterranea e vegana

Bene, detto questo direi che dovresti avere ben chiaro il meccanismo della chetogenica.

Giovedì prossimo passiamo alla parte pratica e vediamo di capirci qualcosa di più… sei pronto?

 Fonti

Feinman R.D, Fine E.J. Nonequilibrium thermodynamics and energy efficiency in weight loss diets. Theor Biol Med Model 2007; 4: 27.

Gardner C.D, Kiazand A., Alhassan S., Kim S., Stafford R.S., Balise R.R. Comparison of the atkins, zone, ornish, and LEARN diets for change in weight and related risk factors among overweight premenopausal women: The A TO Z weight loss study: a randomized trial. JAMA 2007; 297: 969–977.

Veech R.L. The therapeutic implications of ketone bodies: The effects of ketone bodies in pathological conditions: ketosis, ketogenic diet, redox states, insulin resistance, and mitochondrial metabolism. Prostaglandins Leukot Essent Fatty Acids 2004; 70: 309–319.

Volek J.S, Sharman M.J, Forsythe C.E. Modification of lipoproteins by very low-carbohydrate diets. J Nutr 2005; 135: 1339–1342.

Westerterp-Plantenga M.S, Nieuwenhuizen A., Tome D., Soenen S., Westerterp K.R. Dietary protein, weight loss, and weight maintenance. Annu Rev Nutr 2009; 29:21–41.